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Quello nella foto sono io. Mi chiamo Andrea, classe 1987, siciliano, ho studiato lingue straniere a Torino e sono un appassionato di viaggi… non sarei qui altrimenti! Da buon Acquario, sono uno spirito libero, odio le imposizioni e sono un bastiancontrario. Da circa quattro anni lavoro come traduttore freelance, anche se non credo che questo sia il lavoro della mia vita. In passato ho avuto delle esperienze, se pur brevi, nel settore turistico in agenzie viaggi, tour operator e in aeroporto: il viaggio per certi versi c’entrava sempre.
Oltre alla passione per i viaggi, adoro anche la fotografia. È una passione che ho scoperto di recente e pian pianino sto cercando di migliorarmi. La mia mania di fotografare ha sempre trovato la sua massima espressione proprio durante i viaggi. Posso tranquillamente affermare, quindi, che sono due passioni che camminano a braccetto. Durante ogni viaggio, fotografo ogni dettaglio, tornando a casa con centinaia di scatti. È bello rivedere quella marea di fotografie dopo tanto tempo da ogni viaggio, perché ognuna di esse mi fa tornare alla mente il momento in cui l’ho scattata e le emozioni che provavo in quel momento. Ecco perché credo che ogni foto, anche quella più insignificante agli occhi degli altri, sia invece carica di significato. in questo blog, vi racconto i luoghi che visito sia con le parole sia con le mie foto.
Beh, è senza ombra di dubbio una mia passione innata. Già da piccolino amavo viaggiare. Ricordo i viaggi di famiglia per andare a trovare i parenti al nord durante le feste o per altre occasioni; i lunghi viaggi in treno che passavo davanti al finestrino a guardare affascinato ogni città o il paesaggio che cambiava passando da una regione all’altra. Stavo persino sveglio di notte per vedere il passaggio del treno a Roma. A 5-6 anni sapevo a memoria e nel giusto ordine tutte le fermate del treno. Ne ero così affascinato al punto che da bambino dicevo che da grande avrei “guidato i treni”.
Le cose sono andate decisamente in maniera diversa. Crescendo i gusti e gli interessi sono cambiati radicalmente, ma l’amore per il viaggio, quello no, è rimasto invariato… anzi, è cresciuto sempre più col passare degli anni. Al tempo della scuola media ho iniziato a studiare inglese e, complici anche i miei gusti musicali, è scattato il mio amore per Londra e il Regno Unito in generale. Erano dei luoghi che non avevo mai visto con i miei occhi, ma ne ero ammaliato ugualmente. Questa cosa ha poi influito sulla mia scelta del corso di laurea, puntando sullo studio delle lingue straniere, ben lontano quindi dai miei sogni da bambino.
Il viaggio per me è il miglior antidepressivo che esista. È l’unico momento in cui la mia mente si libera dai pensieri negativi e dai problemi della vita quotidiana. Intraprendo ogni viaggio prefiggendomi di lasciare a casa tutte le cose che mi stressano ed effettivamente ci riesco, perché la curiosità e la voglia di vedere posti nuovi (e non) vince su tutto. Ecco spiegato il nome del blog “Happily on the road“.
Il viaggio ha anche una forza educativa che, a mio modesto parere, nemmeno i libri hanno. Possiamo passare la vita a leggere tutti i libri che vogliamo, divorarne a decine al mese, ma quello che leggiamo in un libro possiamo dimenticarlo dopo poco tempo; leggere è importantissimo e anche bellissimo e rilassante dopo una giornata pesante, ma le cose che si vedono, sentono, assaporano e ascoltano durante un viaggio, restano dentro di noi e difficilmente possono essere cancellate. Restano nei cosiddetti cassettini della memoria e basta un sapore, un suono o una fotografia (ecco il potere evocativo della fotografia di cui parlavo prima) per risvegliare quel ricordo che ci fa viaggiare nuovamente, anche se solo con la mente. Sono d’accordissimo a tal proposito con chi dice che ogni viaggio lo viviamo tre volte: quando lo sogniamo, quando lo facciamo e quando lo ricordiamo. Il viaggio, inoltre, ci educa ad avere una mentalità aperta e al contatto con gli altri e le altre culture. Che poi, a me non piace molto parlare di diversità. Al contrario, più viaggio e più scopro che “tutto il mondo è paese”.
Il viaggio per me non è sinonimo di vacanza. Difficilmente mi vedrete steso al sole come una lucertola su una spiaggia. Il mio viaggio ideale è zaino in spalla e macchina fotografica, camminando dalla mattina alla sera, fino allo sfinimento. A fine giornata non sono pienamente soddisfatto se non sono riuscito a vedere tutte le cose che mi ero prefissato di visitare. Non ha importanza che si tratti di un viaggio all’estero o di una gita fuori porta domenicale, io lo affronto con lo stesso spirito e la stessa curiosità e voglia di conoscere.
L’idea di aprire un blog di viaggi mi è venuta un po’ per caso. Già da diverso tempo seguo diversi travel blogger e mi è sempre piaciuto quello che fanno. Un giorno mi sono detto: “Perché non inizio anch’io a raccontare i miei viaggi?”. La prima volta che avuto questa idea, l’ho abbandonata quasi immediatamente. Mi sono detto: “Ma chi mi leggerà? Lasciamo stare”… uno dei miei più grandi difetti è la mancanza di autostima e di fiducia in me stesso, lo devo ammettere. Poi durante il mio ultimo viaggio a Praga, l’idea è tornata forte nella mia mente. Mi sarebbe piaciuto raccontare quel viaggio in maniera diversa. Premetto che il mio rapporto con i social network è un po’ strano: mi piacciono e ho account sui diversi social, Instagram e Facebook sono quelli che utilizzo di più. Tuttavia, non sono solito raccontare e condividere ogni singola cosa che faccio (nulla contro chi lo fa, ognuno è liberissimo di usarli a proprio piacimento), però quando sono in viaggio qualcosa cambia e inizio a usarli molto di più. Non lo faccio assolutamente per vantarmi di essere in un determinato posto, ma semplicemente per raccontare i posti che vedo sia con le parole sia con le mie fotografie. Mi piace raccontare i miei viaggi. Dopo Praga, ho deciso di prendere seriamente in considerazione l’idea del blog e così, dopo avere acquisito le conoscenze che mi mancavano per affrontare questa nuova avventura sul Web, eccomi qui con “Happily on the road“.