Dopo Siviglia e Cordoba, la terza tappa del mio tour dell’Andalusia è stata Granada. Sono partito dalla stazione degli autobus di Cordoba alle 19. Il viaggio è stato abbastanza lungo, circa 2 ore 45 minuti. Però è stato molto piacevole, perché ho avuto modo di vedere l’entroterra dell’Andalusia. Qui il turismo di massa non esiste e i paesi bianchi arroccati sulle alture sono il regno della tranquillità. Durante il viaggio da Cordoba a Granada ho anche visto un tramonto bellissimo, in un punto sperduto tra le alture dell’Andalusia.
Sono arrivato a Granada alle 21:50 circa e la sera era ormai calata. La stazione degli autobus di Granada si trova in una zona non proprio centrale. Per questo motivo, appena uscito dall’autostazione, ho preso il bus numero 33 per raggiungere il centro storico di Granada. Sono sceso dopo una decina di minuti alla fermata Catedral in Calle della Gran Via de Colón, una delle strade principali del centro di Granada. Da qui ho camminato per circa 5 minuti per raggiungere il mio hotel.
Dove dormire a Granada
Ho alloggiato al Nest Style, un hotel in Plaza del Carmen, dove si trova anche il Municipio di Granada. La posizione è fantastica, perché da qui è possibile visitare Granada a piedi, senza fare uso dei mezzi pubblici. La stanza era comoda, il bagno un po’ piccolo (l’unica critica che posso fare). Per fortuna sono una persona che si adatta abbastanza facilmente. Per me l’importante è avere un tetto sulla testa e che l’ambiente sia ben pulito. Il resto passa in secondo piano. Ad ogni modo, se cercate un posto dove dormire a Granada con un buon rapporto qualità/prezzo, consiglio questa struttura. Un altro punto a suo favore, e poi inizio a parlare di cosa vedere a Granada in due giorni, è il fatto che attorno all’hotel si trovano tantissimi locali dove mangiare.
Cosa vedere a Granada
La mattina seguente mi sono svegliato presto. Le previsioni meteo su Granada erano ottime per quella giornata, ma davano piogge abbondanti per il giorno dopo. Così dovevo sfruttare al massimo la prima giornata per poter godere delle migliori condizioni meteo. Sono uscito dall’hotel intorno alle 8. La temperatura era molto fredda, circa 5 gradi. Dovete tener presente che Granada si trova più di 700 metri sul livello del mare e che la Sierra Nevada è molto vicina. Ciò influisce considerevolmente sul clima e lo rende più fresco rispetto alle altre città dell’Andalusia. Tuttavia, in estate anche qui si raggiungono temerature molto elevate. Il mio consiglio è di mettere in valigia anche qualcosa di più pesante, perché potrebbe servire. Ma ora iniziamo a parlare di cosa vedere a Granada in due giorni.
Giorno 1
Alhambra
Ho iniziato il mio itinerario di due giorni a Granada dal monumento più visitato della città e di tutta la Spagna: l’Alhambra. Sebbene ci fossero degli autobus che portassero all’Alhambra, ho deciso di raggiugerla a piedi. La salita è stata un po’ ripida, soprattutto in alcuni punti. Da Plaza Nueva ho imboccato Cuesta de Gomérez, una stradina in salita che porta fino agli ingressi dell’Alhambra. Sì, perché ci sono diversi accessi. Io avevo acquistato il biglietto per l’Alhambra con largo anticipo (2 mesi prima), quindi sono entrato dalla Puerta de la Justicia. Se volete entrare dall’ingresso principale, dove si trova la biglietteria dell’Alhambra, dovete continuare la salita. In questo caso vi consiglio di prendere l’autobus, perché vi lascia proprio lì davanti.
In questo articolo non descriverò nel dettaglio tutto il complesso dell’Alhambra, perché ci sarebbe tantissimo da dire. Mi limiterò a raccontare per grandi linee la mia visita, ma qui trovate un articolo più approfondito sull’Alhambra. Iniziamo! Appena entrato, per prima cosa sono andato alla ricerca di una mappa del complesso dell’Alhambra. L’ho trovata all’ufficio informazioni non tanto lontano dai palazzi. Mappa alla mano, mi sono guardato un po’ attorno. La mia prenotazione per i Palacios Nazaries era per le 10:30. Essendo ancora abbastanza presto, ho iniziato la mia visita da Palacio de Carlo V, unico esempio in Spagna di palazzo rinascimentale con pianta circolare inserita in un quadrato.
Palacios Nazaries
Uscito da Palacio de Carlo V, mi sono messo in fila per entrare ai Palacios Nazaries. Alle 10:30 in punto sono entrato. Purtroppo nello stesso momento sono entrati anche diversi gruppi di scolaresche e di altri turisti. In alcuni momenti, gli spazi erano così affollati che era impossibile passare e andare oltre. Ad ogni modo, la bellezza del posto ha sicuramente ripagato qualche piccolo disagio, soprattutto nel fare delle fotografie decenti. Probabilmente l’orario migliore per entrare nei Palacios Nazaries è nei primi turni e negli ultimi. In questi orari si abbassa la probabilità di trovare gruppi.
Alcazaba
Terminato il percorso all’interno dei Palacios Nazaries, ho continuato la mia visita all’Alcazaba. Situata all’estremità occidentale del complesso dell’Alhambra, questa fortezza difensiva è costituita da bastioni e dalla Torre de la Vela. Camminando sui bastioni e soprattutto salendo sulla torre, si può godere di un panorama mozzafiato su tutta Granada. Si possono vedere infatti l’Albayzín e il Sacromonte da un lato, la Sierra Nevada dall’altro e il centro di Granada con la Cattedrale riconoscibile tra gli edifici.
Generalife
Incluso nel biglietto d’ingresso all’Alhambra c’è anche la visita al Generalife. Per raggiungerlo bisogna attraversare i meravigliosi giardini dell’Alhambra lungo le sue mura e spostarsi in direzione nord-ovest. Il Generalife era la residenza estiva dei califfi e suoi cortili sono spettacolari. Da non perdere anche la Escalera del Agua, uno straordinario lavoro di ingegneria idraulica. Vedrete l’acqua scorrere sui corrimano della scalinata.
Plaza Nueva
Ho terminato la mia visita all’Alhambra intorno alle 13. Il ritorno in discesa verso il centro di Granada è stato molto più agevole rispetto alla salita del mattino verso l’Alhambra. Sono arrivato in Plaza Nueva e morivo letteralmente di fame. Lì è pieno di locali dove mangiare a Granada, ma io per risparmiare sia tempo sia denaro, ho optato per una panetteria. Qui ho acquistato due empanadas buonissime, che ho consumato seduto su una panchina di Plaza Nueva.
Sebbene il nome faccia presagire altro, questa piazza è la più antica di Granada. In antichità veniva utilizzata per le corride e le esecuzioni. Nel corso dei secoli ha cambiato il suo volto, grazie a un progetto di interramento del fiume Darro, che oggi scorre proprio sotto Plaza Nueva. Oggi la piazza è un punto di ritrovo per i cittadini di Granada, con molti locali di tapas anche nelle vie limitrofe. È inoltre un punto strategico per visitare Granada. Infatti la sua posizione centrale permette di salire verso l’Alhambra sia a piedi sia in autobus (le linee dei minibus partono proprio da qui), sia di salire al quartiere Albayzín sul lato opposto o di raggiungere la pittoresca Carrera del Darro.
A Plaza Nueva si possono ammirare la bellissima Fuente de la Plaza Nueva e l’imponente palazzo della Cancelleria Reale. Sul lato est si trova invece un’altra piazza: Plaza de Santa Ana. Qui si può vedere la Iglesia de Santa Ana, costruita in stile mudejar. Da notare sono il portale e il campanile, che ha inglobato il minareto di un’antica moschea.
Carrera del Darro e il Paseo de los Tristes
Superando la Iglesia de Santa Ana, ci si ritrova in una delle strade più famose e pittoresche di Granada. Si tratta della Carrera del Darro. Questa strada pedonale corre lungo la riva sinistra del fiume Darro e, percorrendola, si possono incontrare vari luoghi d’interesse di Granada, tra cui il Bañuelo (il bagno arabo di Granada) e il Museo Archeologico. Sicuramente la parte più suggestiva della Carrera del Darro è costituita dai due ponti Cabrera ed Espinoza.
Proprio all’inizio della Carrera del Darro ho scoperto per caso il Patio de los Perfumes. Si tratta di un laboratorio di profumi all’interno di un edificio rinascimentale, dove, oltre ad acquistare i prodotti, è possibile anche fare una visita guidata e sensoriale. Io non ho fatto nulla di tutto questo, ma mi sono limitato a dare un’occhiata e a visitare il bellissimo patio che si trova all’interno del laboratorio.
Alla fine della Carrera del Darro sono arrivato in un altro angolo pittoresco di Granada: il Paseo de los Tristes. Il nome ufficiale di questa strada è Paseo del Padre Manjón. Tuttavia, fino al XIX da qui passavano i cortei funebri che portavano al cimitero di San José, posizionato su un’altura. Chi non poteva affrontare la salita verso il cimitero, qui diceva addio ai propri cari defunti e per questo motivo la strada è stata ribattezzata Paseo de los Tristes.
Oggi non ha nulla a che fare con questa storia, perché è un punto di ritrovo davvero carino, con diversi locali. Da qui inoltre si può avere una bellissima visuale dal basso dell’Alhambra.
Albayzín: il quartiere arabo di Granada
Dal Paseo de los Tristes ho superato il Puente Aljibillo e girato a sinistra su Cuesta del Chapiz. Dopo una breve salita, ho rigirato a sinistra su Calle San Juan de los Reyes. Sono entrato così nell’antico quartiere arabo di Granada: l’Albayzín. Si trova sulla collina opposta a quella dove sorge l’Alhambra, separata da quest’ultima dal fiume Darro.
Questo quartiere dalle casette bianche è stato nominato Patrimonio Mondiale dell’Umanità insieme all’Alhambra e al Generalife. Ha vissuto il suo periodo di maggiore splendore durante la dominazione araba, quando solo l’Albayzín contava circa 60 mila abitanti. Deve il suo nome probabilmente agli abitanti di Jaén (si chiamava Baeza all’epoca) che qui si stanziarono dopo essere stati sconfitti dal re cattolico Ferdinando III. Qui gli arabi continuarono a vivere anche decenni dopo la Reconquista del 1492.
Il quartiere è caratterizzato da stradine strette, costeggiate da case bianche. Molte di queste sono chiamate cármenes, ovvero grandi dimore con giardino e circondate da una cinta muraria. Se siete curiosi di vederne una gratuitamente, potete visitare il Carmen Museo Max Moreau. Si tratta della casa dell’artista belga Max Moreau, trasformata in museo. Oltre a vedere i cimeli riconducibili all’artista, si ha la possibilità di vedere come fosse una casa tipica araba.
Visitare l’Albayzín significa abbandonarsi tra le sue stradine e percorrerle senza meta, in un continuo sali-scendi. In alternativa, se non ve la sentite di salire a piedi, potete prendere il minibus C1 che parte da Plaza Nueva ogni 8 minuti circa e fa un giro circolare all’Albayzín. Ma vi assicuro che il bello dell’Albayzín è proprio perdersi. Ci sono vari luoghi d’interesse, tra cui la Colegiata del Salvador, Palacio de Dar-al-Horra e diversi miradores. Si trovano anche deliziose piazzette, come Placeta de San Miguel Bajo.
I miradores dell’Albayzín
L’antico quartiere arabo Albayzín è ricco di miradores, ovvero punti panoramici da dove ammirare Granada dall’alto. Il fatto che il quartiere si trovi sulla collina opposta all’Alhambra, regala ai visitatori anche delle vedute spettacolari sul monumento più visitato di Spagna.
Il primo punto panoramico che ho incontrato lungo il mio cammino è stato il Mirador de Los Carvajales. È una piccola piazzetta con delle panchine e qualche albero, che regala una prima vista sull’Alhambra. Il secondo è stato il Mirador Ojo de Granada, da dove si ha un bellissimo panorama su tutta la città bassa. Dopo esser passato dal Mirador de la Lona, sono arrivato al Mirador de Santa Isabel la Real. A pochi passi da Palacio de Dar-al-Horra, questo punto panoramico non mi ha entusiasmato molto. Si trova all’interno di un parchetto, che non mi è sembrato ben frequentato (ogni tanto bisogna dire anche le cose negative, no?).
Sono poi arrivato al punto panoramico più famoso di Granada: il Mirador de San Nicolás. Essendo il più famoso, è anche il più affollato, quindi sappiatelo! Però la vista che dà sull’Alhambra è spattacolare, perché nelle giornate limpide si riesce anche a vedere la Sierra Nevada alle spalle della grande città fortezza. Qui si trovano spesso anche dei gitanos che suonano il flamenco. L’orario di maggiore affluenza è sicuramente al tramonto, perché da qui si può vedere l’Alhambra accendersi di rosso, quando viene colpita dai raggi del sole calante.
Calle de la Calderería Nueva
Finita la mia visita dell’Albayzín, ho fatto ritorno al centro di Granada. Nella parte bassa dell’Albayzín sono passato da una strada un po’ particolare. Si tratta di Calle de la Calderería Nueva, una stretta strada pedonale che collega Placeta de San Gregorio con Calle Elvira. Camminando lungo questa strada, ci si dimetica quasi di essere in Spagna. Qui infatti sorgono diverse teterías (sale del tè) in stile moresco e negozi di artigianato nordafricano. Per questo motivo, la via è denominata “Little Morocco”, perché sembra proprio di essere all’interno di un souk marocchino.
Sacromonte: il quartiere gitano di Granada
Dopo tanto camminare su e giù per l’Albayzín, mi sono concesso un gelato e una mezz’ora in camera per recuperare un po’ di forze. La stanchezza di cinque giorni di viaggio in Andalusia iniziavano a farsi sentire. Alle 17:40 sono uscito e mi sono recato in Plaza Nueva. Avevo appuntamento alle 18 vicino alla fontana per un free walking tour del Sacromonte.
In questo itinerario di due giorni a Granada non poteva mancare il Sacromonte. Questo quartiere, anche se forse è sbagliato definirlo tale, è famoso per il flamenco e le cuevas, le case scavate nella collina. L’origine del Sacromonte risale all’indomani della Reconquista di Granada da parte dei Re Cattolici nel 1492. A seguito di questo avvenimento, gli ebrei e i musulmani furono espulsi e si unirono ai gitani, stanziandosi nella Valle di Valparaíso, fuori dalle mura di Granada. Il Valparaíso divenne così il quartiere degli emarginati. Nel XVI secolo sul Monte Valparaíso si ritrovarono le reliquie e i resti di San Cecilio, primo vescovo di Granada e Santo patrono della città andalusa. Il Valparaíso iniziò a essere meta di pellegrinaggio e si decise di costruire un’abbazia nell’esatto luogo del ritrovamento.
Le cuevas del Sacromonte
Le cuevas sono le abitazioni tipiche del Sacromonte. Non si tratta di grotte naturali, bensì di cavità scavate nella roccia, da cui si sono ricavate delle vere e proprie case. Oggi le cuevas sono abitate soprattutto da gitani, giunti qui secoli fa dall’India dopo aver vagato per l’Asia e l’Europa.
Esiste una leggenda che ruota intorno alla nascita delle cuevas. Secondo la leggenda del Barranco de los Negros, i nobili arabi fecero ritorno in Africa dopo la Reconquista. Temendo di essere derubati durante il viaggio, decisero di lasciare tutti i loro tesori sepolti nell’attuale Sacromonte. I loro schiavi, di maggioranza nera, furono affrancati perché sarebbe costato troppo per i nobili portarli con sé in Africa. Gli schiavi liberati e senza occupazione erano a conoscenza dei tesori nascosti dei loro ex padroni. Così iniziarono a scavare nella montagna, senza trovare nulla. Avevano però bisogno di un posto dove stare e così trasformarono quelle cavità in abitazioni.
Oggi nella maggior parte delle cuevas vivono i gitani granadini, sebbene possono trovarsi anche professionisti che hanno deciso di vivere nelle cuevas. Molte di queste non hanno elettricità, quindi chi decide di lasciare la città per vivere al Sacromonte, lo fa proprio per una scelta di vita.
Il Sacromonte può essere diviso in due aree: quella tra l’Albayzín e l’Abbazia ormai aperta ai visitatori, con ristoranti e musei ricavati nelle cuevas, e quella al di là dell’Abbazia, sconsigliata ai turisti.
Il flamenco nelle cuevas
Oltre a essere famoso per le cuevas, il Sacromonte è anche la casa della zambra, il flamenco tipico di Granada. I gitani granadini mescolarono infatti il flamenco con elementi della danza del ventre, tipica della cultura araba. Il risultato è una danza sensuale, ballata a piedi nudi e suonando i cibalini a dita. Le ballerine hanno anche un dress code ben definito, con la camicia annodata al busto e una lunga gonna fissata sull’anca.
Sebbene il Sacromonte sia di giorno un quartiere molto silenzioso, di sera si trasforma completamente e diventa il regno del flamenco. Sono infatti diverse le cuevas in cui si tengono spettacoli di flamento al Sacromonte.
Giorno 2
Dopo una bellissima giornata di sole, il mio secondo giorno a Granada è stato caratterizzato da forti piogge, come avevano detto le previsioni. Avevo intenzione di iniziare la giornata con la visita all’Abbazia del Sacromonte, per poi passare al centro di Granada. Vedendo le previsioni poco incoraggianti, che davano piogge molto abbontanti già dal mattino, ho deciso di saltare l’Abbazia e di concentrarmi alla visita del centro di Granada.
Dopo la colazione ho iniziato il mio giro passando da Plaza Bib-Rambla. Questa piazza molto elegante, circondata da edifici del XIX secolo, si trova nella zona commerciale del centro di Granada. Al centro della piazza si può ammirare una fontana con la statua di Nettuno del XVII secolo. Un tempo era impiegata per la corsa dei tori e le esecuzioni durante il periodo dell’Inquisizione Spagnola. Oggi, invece, si trovano diversi negozi e ristoranti. Da qui si snodano anche diverse vie commerciali dove fare shopping a Granada.
Cattedrale di Granada
Spostandomi di pochissimo sono arrivato alla Cattedrale di Granada. Quando sono stato a Granada 13 anni fa, gran parte della cattedrale stava subendo lavori di restauro e l’interno era per questo motivo pieno di impalcature. Non vedevo quindi l’ora di ammirarla in tutto il suo splendore. Appena entrato, ho acquistato il biglietto d’ingresso che comprende anche l’audioguida e ho iniziato la mia visita.
La Cattedrale di Granada è dedicata alla Vergine dell’Incarnazione e la sua realizzazione risale agli anni successivi la Reconquista del 1492. I Re Cattolici vollero infatti dare un nuovo volto alla città. Decisero di fare dell’Alhambra la loro residenza reale e di costruire una cattedrale gotica al posto della grande moschea della città. Il primo progetto della cattedrale era di stampo gotico e i lavori iniziarono solo dopo la morte della Regina Isabella. Fu completata solo nel 1704, perché i lavori furono rallentati per dare priorità alla costruzione della Capilla Real, di cui parlerò dopo, e per problemi di finanziamenti. La lunga durata dei lavori ha portato alla realizzazione di un’opera che vede una mescolanza di stili. All’esterno la cattedrale ha uno stile barocco, l’interno è quasi tutto rinascimentale con lo stile gotico riconoscibile nei soffitti a volta.
L’interno della cattedrale è diviso in cinque navate e custodisce diverse opere d’arte. Sicuramente la parte che colpisce maggiormente il visitatore è la Cappella Maggiore, dove si trova l’altare. Creata a ispirazione del Santo Sepolcro, qui è visibile la mescolanza di stili che caratterizza la Cattedrale di Granada.
La Capilla Real
Uscito dalla cattedrale, ho raggiunto sotto la pioggia la vicinissima Capilla Real. La Cappella Reale è il mausoleo dei Re Cattolici, voluta dagli stessi perché desideravano riposare nella città che avevano conquistato. All’interno vige il divieto assoluto di scattare fotografie, quindi non ho immagini da farvi vedere. Con il biglietto d’ingresso è prevista anche l’audioguida. Il mausoleo è tutto in stile gotico, con volte altissime a sesto acuto. Superata un’imponente cancellata, si arriva al punto dove si trovano le sepolture dei Re Cattolici.
Il mausoleo in marmo è opera dell’artista fiorentino Domenico Fancelli. I due sovrani sono raffigurati distesi, nei loro anni giovanili. Ferdinando indossa un’armatura e tiene una spada tra le mani, mentre Isabella è raffigurata nella semplicità che la contrastingueva in vita, con le mani poggiate sul corpo. Ai loro piedi si trovano due leoni, simboli della loro regalità. Scendendo una piccola rampa di scale, si possono vedere i due sarcofagi contenenti le spoglie mortali dei due sovrani.
Nella sacrestia è allestito un piccolo museo, dove sono custoditi, tra le altre cose, la spada di Re Ferdinando e la corona, lo scettro e altri oggetti personali della Regina Isabella. Tra le varie opere d’arte, per la maggior parte di arte fiamminga, si può anche ammirare l’Orazione nell’orto di Botticelli.
Mercato dell’Alcaicería
Quando sono uscito dalla Capilla Real aveva appena smesso di piovere. Dopo un breve battibecco con una zingara che voleva rifilarmi un ramoscello di rosmarino, avendomi anche bloccato per il braccio (occhio a non cascarci!), sono arrivato al vicinissimo Mercato dell’Alcaicería. Oggi è in dimensioni ridotte rispetto all’antico mercato risalente a XV secolo. Qui infatti si sviluppava l’antico mercato della seta. A seguito di un incendio nel XIX secolo, l’area del mercato si è ridotta e oggi questo piccolo bazar in stile neo-moresco si trova in Calle Alcaicería. Fare un giro è comunque piacevole, soprattutto se dovete comprare souvenir e oggetti di artigianato.
Corral del Carbón
Dopo pranzo la pioggia ha iniziato a essere incessante e molto abbondante, tanto che mi sono dovuto riparare sotto il tendone di una taberna per ben 40 minuti. Quando ha smesso un pochino, e vedendo che avrebbe piovuto di nuovo da lì a poco, ho deciso di tornare in hotel per prendere la valigia. Proprio vicino all’hotel, ho fatto una piccola deviazione al Corral del Carbón. Qui sorgeva il mercato dei cereali in epoca nasride, per poi essere trasformato in locanda per mercanti prima e per commercianti di carbone in seguito (da qui il suo nome). Un’altra testimonianza del passato arabo di Granada.
La mia partenza da Granada
Recuperata la valigia, ho preso il bus 33 alla volta della stazione degli autobus di Granada. In origine avevo prenotato il bus per Malaga delle 18:30, ma essendo arrivato alla stazione con larghissimo anticipo, ho chiesto se ci fosse stata la possibilità di anticipare la partenza. Mi hanno cambiato la prenotazione alla corsa in partenza alle 17. Credevo di dover dare una differenza di prezzo o pagare una penale e invece ho ricevuto io un rimborso della differenza di prezzo. Non male!
Dove mangiare a Granada
Dopo avervi descritto cosa vedere a Granada in due giorni, è arrivato il momento di parlare di cibo. Una cosa che posso dirvi è che non mancano posti dove mangiare a Granada. Il centro della città andalusa è pieno di locali, più o meno turistici, dove andare a tapear o gustare un pranzo o una cena.
A Granada si possono trovare vari tapas bar che servono tapas o raciones gratuitamente ogni volta che si ordina da bere. Questa tradizione era molto diffusa in Spagna ma oggi si sta perdendo. Se ci pensate, vi basterà anche solo ordinare ad esempio una caña di birra (circa 250 ml) per ricevere gratuitamente un piatto di tapas. I tapas bar sono diffusi in tutto il centro di Granada, ma se ne trovano parecchi in Calle Elvira e Calle Navas (accanto all’hotel Nest Style dove ho alloggiato).
Durante i miei due giorni a Granada ho provato Bodegas Castañeda (un’istituzione a Granada) e Bar Los Diamantes di Calle Navas (ce n’è un altro anche in Plaza Nueva).
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