State organizzando un viaggio a Parigi e cercando idee su cosa vedere? Continuando a leggere troverete diversi spunti su cosa vedere a Parigi in tre giorni. La capitale francese è stata la destinazione del mio ultimo viaggio e ho trascorso tre giorni molto intensi. Visitare Parigi in tre giorni non è possibile, dato che le cose da vedere sono tantissme. Tuttavia, tre giorni sono sufficienti per visitare le attrazioni più famose di Parigi. Il segreto per poterlo fare sta nell’organizzare un itinerario di tre giorni cercando di ottimizzare il più possibile i tempi. La cosa è resa facile dal fatto che molte cose da vedere a Parigi sono vicine tra loro e quindi bisogna dedicare le giornate, o parti di esse, a zone particolari della città.
L’articolo sarà strutturando dividendo le diverse cose da vedere a Parigi nei tre giorni. Iniziamo quindi con il mio diario di viaggio.
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Cosa vedere a Parigi in tre giorni
Sono atterrato all’aeroporto Charles de Gaulle poco prima delle 18, in perfetto orario. Lo sbarco è stato abbastanza veloce e pochi minuti dopo ero già nel Terminal 2. Ho seguito le indicazioni verso la stazione ferroviaria dell’aeroporto Charles de Gaulle, che si trova sotto il terminal. Ho acquistato il biglietto per raggiungere il centro di Parigi al costo di 10 euro. Il biglietto permette di prendere i mezzi pubblici della zona 1 di Parigi, in modo da poter arrivare a destinazione con lo stesso documento di viaggio.
Ho trovato la RER B ferma già al binario e pochissimi minuti dopo già in viaggio verso Parigi. In circa 35 minuti sono arrivato alla Gare du Nord. Qui, sempre con lo stesso biglietto, ho preso la metro (linee 4 e 12) per raggiungere Montmartre. Sono arrivato alla fermata Lamarck – Caulaincourt, da dove ho raggiunto in 5 minuti a piedi il mio hotel.
Dopo cena ho fatto un primo giro del quartiere di Montmartre. Camminando tra le sue strade pittoresche, sono passato velocemente davanti al famoso Moulin Rouge fino ad arrivare alla Basilica del Sacré Cœur. Da lì ho anche ammirato il bellissimo panorama di Parigi, con la Tour Eiffel illuminata.
Cosa vedere a Parigi: giorno 1
Al mio risveglio le condizioni meteo non promettevano nulla di buono. Prima di iniziare con il mio itinerario a Parigi, dovevo andare a ritirare il Paris Pass. Consiste in un pacchetto all inclusive che consente di visitare oltre 60 attrazioni e musei di Parigi gratuitamente, di entrare in molti di essi con il saltafila, e di circolare liberamente con i mezzi pubblici. Per maggiori informazioni sul Paris Pass e i suoi vantaggi, cliccate qui.
Sono uscito dall’hotel intorno alle 9 alla volta del Big Bus Ticket Shop in Avenue de L’Opera per ritirare il pass. Ritirato il pass, era finalmente arrivata l’ora di inziare con il mio itinerario di tre giorni a Parigi. Ho deciso di iniziare dal Museo dell’Orangerie, a pochi minuti a piedi da lì. L’ho raggiunto sotto la pioggia battente ed è stato un peccato perché avrei voluto fare qualche foto lungo il tragitto. Sono passato davanti al Museo del Louvre e dal Jardin des Tuileries. Il giardino è molto bello, ma non potuto apprezzarlo a causa del brutto tempo.
Museo dell’Orangerie
Il Museo dell’Orangerie è ospitato in un edificio che si trova proprio nel Jardin des Tuileries e si affaccia su Place de la Concorde. Espone diverse opere d’arte impressionista e post-impressionista, tra cui le famosissime Ninfee di Monet e altre opere di grandi artisti, come Cézanne, Matisse, Modigliani, Picasso e Renoir. L’edificio fu costruito per volontà di Napoleone III come giardino d’inverno del Palazzo des Tuileries per ospitare le piante di agrumi. Dopo diversi usi successivi, nel primo dopoguerra fu pensato come spazio espositivo.
Il governo francese commissionò a Monet dei pannelli decorativi per celebrare la fine della Prima Guerra Mondiale. Si pensò proprio di esporli all’Orangerie, che in quel momento non era utilizzata. Monet iniziò a lavorarci nel 1922, completando le Ninfee in circa un’anno. Le opere non furono esposte subito, perché Monet volle tenerle con sé fino alla sua morte nel 1926. L’anno seguente le Ninfee di Monet furono trasferite all’Orangerie, che aprì così le porte ai visitatori.
Appena entrato all’Orangerie, ho dovuto superare i controlli di sicurezza e lasciare tutto al guardaroba. Ho potuto portare con me solo la fotocamera e tutti gli altri oggetti di valore. Al piano terra si trovano due grandi sale ovali, dove sono esposti i pannelli delle Ninfee di Monet, 4 per sala. Le due sale ovali si trovano una dopo l’altra, formando il simbolo dell’infinito, e nella direzione est-ovest, seguendo il cammino del sole. Trovarsi davanti alle Ninfee di Monet è stata un’esperienza unica che ho amato particolarmente durante il mio viaggio a Parigi. Ve lo dice uno che non ama molto l’arte dal Novecento in poi e trascorrere tanto tempo all’interno di gallerie d’arte. Assolutamente da inserire tra le cose da vedere a Parigi!
Place de la Concorde
Uscito dall’Orangerie ho fatto un giro a Place de la Concorde, una delle piazze più famose di Parigi. La sua storia iniziò nel 1748, quando il comune di Parigi stabilì di realizzare una piazza in onore di Luigi XV. Durante la Rivoluzione Francese fu teatro di diverse proteste prima e delle esecuzioni capitali dopo, tra cui quelle dei sovrani Luigi XVI e la consorte Maria Antonietta.
Oggi, per fortuna, le brutture che hanno avuto luogo in Place de la Concorde sono solo nei libri di storia. Al centro si può vedere un grande obelisco egizio. Nel 1831, infatti, il Viceré d’Egitto donò alla Francia i due obelischi che ornavano l’ingresso del palazzo di Ramses III a Tebe (Luxor). Il primo venne trasportato a Parigi nel 1833 e installato in Place de la Concorde. L’obelisco è alto quasi 23 metri ed è costituito da un monolito di sienite rosa. I geroglifici che lo decorano celebrano il faraone Ramesse II.
Oltre all’obelisco si possono vedere due fontane monumentali che celebrano la navigazione fluviale e marittima. Sono il risultato della trasformazione di Place de la Concorde per mano di Jakob Ignaz Hittorff tra il 1836 ed il 1846. L’architetto aggiunse le due fontane ai lati dell’obelisco e circondò la piazza con lampioni e colonne rostrali.
Musée d’Orsay
Sotto la pioggia, ho raggiunto il vicino Musée d’Orsay, dall’altra parte del fiume Senna. Anche questo museo di Parigi espone opere d’arte del periodo impressionista e post-impressionista. La sua particolarità sta nel fatto che è ospitato all’interno di un’ex stazione ferroviaria (la Gare d’Orsay).
All’esterno del museo, ho trovato due file. La prima era dedicata a chi doveva ancora acquistare il biglietto e l’altra per coloro che erano provvisti di biglietti o per chi come me aveva il Paris Pass (o il Museum Pass). Sono riuscito a entrare in pochi minuti e anche qui ho dovuto superare i controlli di sicurezza, lasciando poi le mie cose al guardaroba.
Impressionante è già la sala centrale del museo, dove si possono ammirare varie sculture e il grande orologio che testimonia l’impiego originario dell’edificio. Le opere esposte nel museo risalgono a un periodo compreso tra l’inizio della Prima Repubblica (1848) e il 1914. Tra i principali artisti esposti al Museo d’Orsay figurano Cézanne, Degas, Gaudì, Gauguin, Van Gogh, Klimt, Manet, Matisse, Munch e Renoir. Le sezioni che ho preferito di più sono state quelle di Monet e Van Gogh. Sicuramente uno dei musei da vedere a Parigi assolutamente!
Museo Rodin
Quando sono uscito dal Museo d’Orsay, aveva smesso di piovere ma soffiava un vento con raffiche fortissime. Di positivo c’era che aveva spazzato via le nuvole dal cielo. Lungo la strada verso la mia tappa successiva di questo primo giorno a Parigi, ho pranzato con una buonissima baguette farcita.
Ho ripreso l’itinerario dal Museo Rodin. Il museo si trova all’interno dell’Hotel Biron, un bellissimo palazzo rococò con giardino, costruito agli inizi del Settecento. Lo scultore Auguste Rodin visse in questo palazzo durante i suoi ultimi anni di vita. Lasciò tutte le sue opere allo Stato francese con l’augurio che l’Hotel Biron diventasse un museo che le esponesse. Inaugurato nel 1919, il Museo Rodin è tra le principali cose da vedere a Parigi per la sua vastissima collezione costituita da circa settemila sculture, esposte all’interno del museo e nel giardino circostante. Sfortuantamente quel giorno non era possibile accedere al giardino perché erano in corso dei lavori di potatura degli alberi e con il vento forte non era molto sicuro addentrarsi.
Les Invalides e la tomba di Napoleone Bonaparte
Il mio itinerario di tre giorni a Parigi è proseguito all’Hotel des Invalides, a pochissimi passi dal Museo Rodin. Si tratta di un grande complesso di edifici voluto da re Luigi XIV per ospitare e assistere i soldati rimasti invalidi in battaglia. Oggi gran parte del complesso, uno dei massimi esempi di classicismo barocco francese, ospita il Museo dell’Esercito (Mesée de l’Armee). È tra i più grandi musei di storia militare del mondo ed espone armi, armature antiche e documenti dal Medioevo alla Seconda Guerra Mondiale. Proprio la mostra sul secondo conflitto mondiale è molto dettagliata.
Al centro del complesso de Les Invalides sorge la Cattedrale di San Luigi degli Invalidi, conosciuta anche come Église des soldats (chiesa dei soldati). All’esterno l’edificio presenta una grande cupola dorata, sormontata da una lanterna anch’essa dorata, che è visibile da vari punti della città. L’interno si presenta invece diviso in tre navate. Questa cattedrale è però famosa per un motivo in particolare. Dietro la parete fondale della navata centrale, costituita da una vetrata, si trova la Cappella reale degli invalidi che ospita la tomba di Napoleone Bonaparte.
La tomba di Napoleone
La Dôme des Invalides (altro nome della cappella reale) fu designata per diventare il luogo di sepoltira di Napoleone grazie a una legge del 10 giugno 1840. Morto sull’Isola di Sant’Elena in esilio, la figura di Napoleone era rimasta molto popolare in Francia e per questo si decise il trasferimento dei suoi resti mortali a Parigi. A seguito di questa legge si fecero dei lavori di scavo nell’edificio esistente della cattedrale per erigere la cripta. Questi lavori portarono a una modifica radicale dell’interno della chiesa a cupola, arrivando a compimento circa 20 anni più tardi.
I resti di Napoleone riposano in un enorme sarcofago di quarzite rossa, posto in una cripta circolare a cielo aperto, contornata da statue bianche delle vittorie. La cripta, inoltre, si trova perfettamente in asse con la cupola della cattedrale. Si può vedere la tomba dall’alto affacciandosi dalla balaustra in marmo e anche girando attorno a essa nel piano interrato.
L’intero complesso de Les Invalides e la tomba di Napoleone sono assolutamente da inserire nella lista delle cose da vedere a Parigi.
La Tour Eiffel e il Trocadero: da vedere assolutamente a Parigi
Uscito da Les Invalides, ho raggiunto a piedi la Tour Eiffel. Già in fase di programmazione del mio itinerario di tre giorni a Parigi, avevo deciso di non salire sulla Tour Eiffel. Lo so, starete urlando al sacrilegio! L’ho fatto perché in primis non volevo perdere tempo a far la fila; in secundis perché, per quanto ami i panorami dall’alto, credo che vedere Parigi dall’alto senza il suo simbolo indiscusso (la Tour Eiffel) perda un po’ della sua magia. Ho però recuperato con altri punti panoramici.
Fu progettata dall’ingegnere Gustave Eiffel e costruita per l’Esposizione Universale di Parigi del 1889, nel centenario della Rivoluzione francese. Come edificio in sé, non ha una funzione in particolare se non di dimostrare la resistenza di un edificio così alto alla forza del vento. La sua configurazione, la sua forma e il modo in cui sono assemblati i pezzi che la compongono sono proprio pensati per questo scopo.
Sin dalla sua costruzione, la Tour Eiffel ha diviso l’opinione pubblica e tutt’ora molti parigini non la amano particolarmente. Vi dirò, a vederla da vicino di giorno non mi ha proprio fatto impazzire. Sì, è vero, è unica e iconica. Però non mi ha emozionato. L’ho vista per quello che è realmente: un ammasso di ferro assemblato in maniera magistrale! Forse sono troppo severo o avevo delle aspettative altissime. Fatto sta che, per mio gusto personale, altri monumenti simbolo delle capitali europee mi hanno fatto battere forte il cuore, non la Tour Eiffel! Vederla illuminata di sera, invece, mi ha fatto tutt’altro effetto.
Con un po’ di delusione nel cuore, ho oltrepassato la Senna e raggiunto il Trocadero. Qui si trova la famosa terrazza da cui scattare la classica foto da cartolina della Tour Eiffel (gru permettendo).
Cosa vedere a Parigi: giorno 2
Le cose da vedere a Parigi erano ancora tante e quindi anche la seconda giornata è iniziata presto. Quella mattina, inoltre, era in programma la tappa più fuori dal centro di tutto il mio itinerario di tre giorni a Parigi. Uscito dall’hotel, sono andato a prendere la metro alla stazione Guy Môquet. Da qui con la linea 13 ho raggiunto Saint-Denis, un comune ormai inglobato nell’area metropolitana di Parigi in zona 3. Vi starete chiedendo: “Con tutte le cose che ci sono da vedere a Parigi, che ci sei andato a fare? Che ci sarà di così interessante? Ve lo dico subito.
Basilica di Saint-Denis
La risposta è una. Sono andato a visitare la Basilica di Saint-Denis. Sono un grande amante dello stile gotico e pare proprio che questo stile architettonico sia nato qua. Nella prima metà del XII secolo, il potente abate di Saint-Denis Sugerio volle rinnovare la vecchia chiesa carolingia. In quella occasione egli fu il primo a utilizzare l’arco acuto e gli archi rampanti, tipici dello stile gotico.
Una leggenda ruota attorno alla fondazione della basilica. San Dionigio, patrono di Francia, fu martirizzato dove oggi sorge il quartiere di Montmartre. Secondo la leggenda, dopo esser stato decapitato, si rialzò, raccolse la sua testa e iniziò a camminare in direzione nord, per poi accasciarsi dove oggi sorge Saint-Denis. Una donna romana, Catulla, seppellì il Santo secondo le usanze cristiane in un pezzo di terra di sua proprietà. Si sa invece per certo che lì sorgeva una necropoli gallo-romana, dove furono sepolti i santi martiri. Santa Genoveffa, patrona di Parigi, fece visita in quel luogo e convinse la diocesi di Parigi di far erigere un tempio in quel luogo sacro. Quel primo nucleo ha poi subito vari rifacimenti nei secoli, fino ad arrivare alla Basilica di Saint-Denis che oggi possiamo visitare.
Oltre a questo, la Basilica di Saint-Denis ha un forte significato storico. Qui furono seppelliti tutti i re di Francia. All’interno della Basilica si possono vedere circa una sessantina di monumenti funebri e le tombe nella cripta reale. Purtroppo molti dei corpi sono contenuti in un ossario, perché le tombe furono profanate durante la Rivoluzione Francese e le spoglie dei sovrani gettate in una fossa comune.
Centre de Pompidou
Finita la visita alla Basilica di Saint-Denis, ho ripreso la metro 13 per tornare al centro di Parigi. La tappa successiva della giornata è stata il Centre Pompidou. Però, prima di entrare, sono andato a vedere la vicinissima Place Igor Stravinsky. La particolarità di questa piazza è la presenza di una fontana, chiamata Fontaine des automates, composta da sculture in alluminio colorate che si muovono grazie ai getti d’acqua. Sfortunatamente al mio passaggio la fontana eera spenta, però è stata molto carina da vedere.
Sono quindi entrato al Centre Pompidou, che ospita all’interno un grandissimo spazio espositivo di arte contemporanea. Si presenta come un edificio alquanto insolito. La struttura portante e gli ambienti di collegamento tra le diverse aree dell’edificio sono sistemate all’esterno. Sulla facciata si possono vedere quindi scale mobili e grossi tubi colorati. I colori sono diversi in base alla funzione dei vari elementi: il blu per l’aria, il verde per il liquidi, il giallo per i cavi elettrici e il rosso per le vie di comunicazione. Questa organizzazione permette di avere un ampio spazio interno da utilizzare per le esposizioni e le diverse attività. Oltre alla collezione di arte contemporanea, ospita una biblioteca pubblica, sale cinematografiche e teatrali, spazi per attività pedagogiche, un centro di ricerca sulla musica, librerie, un ristorante e un bar.
Uscito dal Centre Pompidou, ho fatto pranzo al vicino Restaurant Flunch. Ce ne sono diversi a Parigi e sono un’ottima soluzione se si vuole spendere poco. Mangiare a Parigi non è affatto economico!
Cattedrale di Notre-Dame e il Quartiere Latino
Giusto il tempo di un pranzo veloce, mi sono messo subito in marcia perché le cose da vedere a Parigi erano ancora molte. Dal Centre Pompidou è stato facilissimo raggiungere a piedi la Cattedrale di Notre-Dame. Lungo il tragitto sono passato davanti all’Hôtel de Ville, il municipio di Parigi ospitato in un edificio in stile neorinascimentale.
Poco dopo sono arrivato davanti a uno dei luoghi più famosi da vedere a Parigi: la Cattedrale di Notre-Dame. Si trova sul lato orientale dell’Île de la Cité, un isolotto fluviale della Senna, e rappresenta uno degli edifici gotici più iconici del mondo. Sfortunatamente, ho potuto vedere solo la facciata esterna perché la cattedrale è chiusa da quando il tetto è crollato durante l’incendio del 15 aprile 2019. Speriamo di poter tornare a visitarla presto!
Sono arrivato sull’altra sponda della Senna, dove sorge il Quartiere Latino. Il nome è legato al fatto che qui già in passato sorgevano le istituzioni d’istruzione di livello superiore, quindi dove si studiavano le materie classiche. Dal XII secolo, non a caso, in questa zona di Parigi si trova la famosa Università della Sorbona. Il Quartiere Latino non è solo questo, ma è uno dei più pittoreschi di Parigi. È costituito principalmente da stradine e piazzette con locali e negozi coloratissimi. Tra questi c’è anche la famosa Shakespeare and Company, una delle librerie più famose del mondo. Fondata nel 1919, è stata sin da subito un punto di ritrovo di scrittori, tra cui Ezra Pound, Ernest Hemingway e James Joyce. E a propostito di stradine, nel Quartiere Latino si trova Rue du Chat-qui-Pêche, la strada più stretta di Parigi, larga appena 1,80 metri.
La Sainte-Chapelle
Successivamente sono tornato sull’Île de la Cité, per visitare la Sainte-Chapelle. Secondo me, è una delle cose più belle da vedere a Parigi, quindi cercate di includerla nel vostro itinerario. La sua costruzione risale al XII secolo, quando re Luigi IX commissionò la costruzione di una cappella privata all’interno del suo palazzo. Il suo intento era quello di custodirvi la Croce di Spine di Cristo, un pezzo della Croce e altre reliquie di cui era entrato in possesso.
Superata la biglietteria, si accede alla cappella inferiore. Appena si entra, si resta con la bocca aperta per la bellezza dei decori. Si presenta divisa in tre navate da delle colonnine con capitello e con una volta a crociera. Nella zona dell’abside si può vedere la statua di Luigi IX. La volta a crociera è intermanete affrescata con gigli, che richiamano lo stemma del re di Francia, su un fondo blu.
Prendendo una scala, si accede alla cappella superiore. E se prima ero rimasto a bocca aperta, qui lo sono rimasto ancora di più. Come da buona tradizione gotica, l’edificio ha un’altezza considerevole. Si presenta a navata unica e con lo stesso schema decorativo della cappela inferiore. Qui, però, a colpire il visitatore sono soprattutto le grandi vetrate policrome che raccontano fatti narrati nelle Sacre Scritture, iniziando dall’Antico Testamento, passando al Nuovo, fino ad arrivare all’Apocalisse. Nell’abside si trova l’imponente altare-reliquario che era utilizzato per custodire la Corona di Spine e le altre reliquie della Passione di Cristo.
Champs Élysées e Arco di Trionfo
Uscito dalla Sainte-Chapelle, sono ritornato all’Hôtel de Ville e da lì ho preso la metro Linea 1 per raggiungere gli Champs Élysées, il famoso viale alberato di Parigi, ricco di negozi di ogni tipo. L’ho percorso dalla fermata della metro Champs-Élysées – Clemenceau fino all’Arco di Trionfo.
Altro simbolo indiscusso della città insieme alla Tour Eiffel, l’Arco di Trionfo è senza dubbio tra le cose da vedere a Parigi assolutamente. Si trova al centro di Place Charles de Gaulle e per potervi arrivare è necessario prendere un sottopassaggio. Non provate ad attraversare la piazza, mi raccomando! La sua costruzione fu voluta da Napoleone Bonaparte per celebrare la vittoria di Austerlitz. Pare infatti che egli abbia promesso ai suoi soldati che sarebbero tornati vittoriosi a Parigi, passando sotto gli archi di trionfo. Mantenne la promessa e fece costruire l’Arco di Trionfo per celebrare la sua impresa.
Il monumento ha delle dimensioni considerevoli. È alto 50 metri, largo 45 e ha una profondità di 22 metri. Sapendo che Napoleone era un persona con un grande ego, non mi meraviglia che abbia voluto un’opera così maestosa. Presenta sulle sue pareti dei bassorilievi che raccontano scene della rivoluzione e dell’impero napoleonico. È possibile salire sulla sua terrazza in cima e ammirare una vista a 360 gradi su tutta Parigi e un panorama d’eccezione sugli Champs Élysées. Si riescono a vedere il Grande Arche de la Défense da un lato, il Museo del Louvre dall’altro, la Tour Eiffel e tutti gli altri principali monumenti di Parigi.
Inoltre, sotto l’Arco di Trionfo, si trova la tomba del milite ignoto. Ogni sera alle 18:30 si tiene una cerimonia in cui i membri dell’Associazione dei Combattenti o delle Vittime di Guerra ravvivano la fiamma perenne.
Museo del Louvre
Ultima tappa della seconda giornata a Parigi è stata il Museo del Louvre. Nonostante avessi il Paris Pass, e quindi l’accesso gratuito e prioritario, ho dovuto comunque fare una prenotazione gratuita. Serviva semplicemente per avere un biglietto con l’ingresso a un determinato orario. Io ho scelto di entrare alle 18, dato che il venerdì il Museo del Louvre è aperto fino alle 21:45 (anche di mercoledì).
L’ingresso del Museo del Louvre è dalla Grande Piramide che si trova al centro del cortile d’onore. Pur avendo accesso prioritario, ho dovuto fare la fila (di pochi minuti) per i controlli di sicurezza. Una volta entrato, ho lasciato le mie cose nell’armadietto e preso una mappa del museo.
Visitare tutto il Museo del Louvre è impossibile. È proprio vero quando si dice che ci voglia un mese per vederlo tutto. Quindi, dovete entrare con l’idea che ne vedrete un pezzo. Il mio consiglio è di informarvi prima su cosa vedere al Louvre, segnarvi le opere o i periodi storici che vi interessano e cercarli con l’ausilio della mappa e chiedendo al personale quando vi perdete (vi assicuro che succede!).
Non sto qui a elencarvi le opere che ci sono e che ho visto, perché finirei domani. Quelle che mi sono rimaste più impresse sono sicuramente la Nike di Samotracia, la Venere di Milo, Amore e Psiche di Canova, la Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci, Le nozze di Cana di Veronese (si trova di fronte alla Monna Lisa).
Il mio incontro con la Gioconda
E sì, poi c’è Lei! La grande protagonista del Museo del Louvre: la Gioconda. Mi avevano detto: “Non farti grandi aspettative perché ti deluderà”. Da come me ne avevano parlato, sembrava quasi che mi sarei trovato di fronte a un quadretto in miniatura e invece no… non è grandissimo come dipinto, sì, ma non a tal punto! È anche vero che si trova in una parete da sola e che nella stessa sala sono esposte tele molto più grandi: una fra tutte Le Nozze di Cana di Veronese. Comparata con le altre opere della sala, è indubbiamente molto piccola.
Mi aspettavo di trovare una folla oceanica e di dover vedere la Gioconda da lontano. Invece il museo ha organizzato due percorsi su file separate, in modo che a turno tutti possano ammirarla da vicino e scattare una foto. Ovviamente sta nel senso civico di ognuno non fermarsi a lungo, permettendo anche agli altri di ammirare il dipinto.
Cosa vedere a Parigi: giorno 3
Anche la terza giornata a Parigi è iniziata presto perché avevo tante cose da vedere. Rispetto ai due giorni precedenti, avevo in programma un itinerario meno al chiuso, anche se le previsioni davano momenti di pioggia e vento forte.
Montmartre
Ho iniziato il mio itinerario dal quartiere in cui alloggiavo: Montmartre. Sorge su una collina nella zona nord di Parigi su cui domina la Basilica del Sacro Cuore. È definito il quartiere degli artisti, perché nell’Ottocento diversi pittori scelsero di vivervi ispirati dall’atmosfera che si respirava. Allora Montmartre era un villaggio di campagna, caratterizzato da mulini e vigne. Si trovava fuori dai confini di Parigi e quindi libero dalle tasse della città. Divenne una zona di divertimento e intrattenimento con l’apertura dei cabaret, uno fra tutti il famoso Moulin Rouge. Oggi Montmartre è diventato soprattutto un luogo turistico, con tantissimi ristoranti, bar, negozi di souvenir, ma conserva tanti angoli belli da vedere.
La prima tappa della giornata è stata proprio la basilica. Dal suo sagrato si ha una vista sulla città, anche se per vedere la Tour Eiffel bisogna spostarsi sulla destra, su Rue Saint-Éleuthère. Dopo aver visto anche gli interni della basilica, ho iniziato con l’esplorazione del quartiere, toccando tutte le sue attrattive principali. Vi invito a leggere il mio articolo su cosa vedere a Montmartre.
Opéra Garnier de Paris: da vedere a Parigi assolutamente!
La seconda tappa della giornata è stata l’Opéra Garnier di Parigi. La visita è capitata proprio nel momento in cui è arrivata la tanto attesa pioggia della giornata. Ho avuto fortuna! Vi dico già che dovete inserire l’Opéra tra le cose da vedere a Parigi.
Quando si pensa all’Opéra di Parigi, ci si immagina subito un ambiente elegantissimo e sfarzoso. Effettivamente lo è. Si viene accolti dalla grande scalinata che conduce alla sala del teatro e al foyer, realizzata in marmo bianco con una balaustra di marmo rosso e verde. Il soffitto è affrescato con scene che raffigurano Il trionfo di Apollo, L’incanto della musica che dispiega i suoi incantesimi, Minerva che lotta brutalmente osservata dagli dei dell’Olimpo e La città di Parigi che riceve il progetto della Nuova Opéra.
Non meno sfarzoso è il Grand Foyer. È alto 18 metri, lungo 54 metri e largo 13 metri ed è stata progettato per fungere da salotto dell’alta società parigina. Il soffitto è stato dipinto da Paul-Jacques-Aimé Baudry e rappresenta vari momenti della storia della musica.
La grande sala del teatro ha una tradizionale forma a ferro di cavallo, tipica del teatro all’italiana e può accogliere 1.979 spettatori. Il palco è il più grande d’Europa e può ospitare fino a 450 artisti. L’area del soffitto che circonda il lampadario è stata originariamente dipinta da Jules Eugène Lenepveu. Nel 1964 un nuovo soffitto dipinto da Marc Chagall fu installato su una cornice rimovibile sopra l’originale. Raffigura scene di opere di 14 compositori: Mussorgsky, Mozart, Wagner, Berlioz, Rameau, Debussy, Ravel, Stravinsky, Ciajkovskij, Adam, Bizet, Verdi, Beethoven e Gluck. Il lampadario in bronzo e cristallo e del peso di sette tonnellate è stato progettato da Garnier.
Galeries Lafayette
Dopo un pranzo veloce in zona, sono andato alle Galeries Lafayette. Non avevo intenzione di fare shopping, ma volevo semplicemente vedere la famosa cupola che si può ammirare all’interno dell’edificio storico e salire sulla terrazza panoramica per vedere Parigi dall’alto. La mia visita è quindi durata pochi minuti.
Le Galeries Lafayette sono costituite da tre edifici. Il primo, l’edificio storico, è alto ben 7 piani ed è dedicato alla moda di lusso per donna e bambino, prodotti per la bellezza, accessori, gioielli e souvenir. Il secondo edificio è invece interamente dedicato all’uomo su ben 4 piani. Il terzo e ultimo edificio è dedicato alla casa e all’enogastronomia.
Museo delle cere Grévin
Dopo le Galeries Lafayette, sono andato a visitare il museo delle cere, non molto distante. Inizialmente non lo avevo inserito tra le cose da vedere a Parigi, ma dopo aver adorato alla follia il Madame Tussauds di Londra e il Museo delle cere di Praga, essendo anche incluso nel Paris Pass, mi sono detto “perché no?”.
Devo fare una piccola critica al museo. Avendo il pass, e quindi l’ingresso prioritario, mi sono messo a fare la fila dedicata a chi aveva già il biglietto. Quando però sono entrato, ho dovuto fare una lunga e interminabile coda per fare i controlli di sicurezza insieme a coloro che dovevano ancora acquistare il biglietto. Quindi l’ingresso prioritario è una mezza presa in giro, perché alla fine si finisce per entrare tutti insieme. Ci si divide solo alla biglietteria, quindi si risparmiano proprio pochissimi minuti. Dovrebbero gestire la cosa un po’ meglio.
All’interno il museo è molto carino, anche se non mi ha mandato in visibilio come quello di Londra. Si possono vedere circa 450 statue di cera a grandezza naturale di personaggi famosi del passato e del presente, alcuni francesi (e per me sconosciuti) e altri famosi in tutto il mondo. Si possono vedere tra gli altri Bred Pitt, Céline Dion, Madonna (che mi ha deluso), Monica Bellucci, la Regina Elisabetta, Papa Francesco, Leonardo di Caprio, Maryl Streep, ecc.
Crociera in battello sulla Senna
Uscito dal museo delle cere, mi sono spostato in metro verso la Tour Eiffel, da dove mi sono imbarcato per una crociera in battello sul fiume Senna. Questa, secondo me, è una delle cose da fare assolutamente a Parigi. È stato anche un bel modo per concludere il mio viaggio a Parigi, perché, navigando sul fiume, ho avuto modo di rivedere alcuni dei monumenti e musei di Parigi che avevo visitato.
Il battello della compagnia Bateaux Parisiens parte dalla Tour Eiffel e va oltre la Cattedrale di Notre-Dame, impiegando circa un’ora per fare l’intero tragitto. Si passa davanti al Museo d’Orsay, al Louvre, alla Conciergerie, ecc. Vi è anche l’audioguida in italiano che illustra i vari monumenti che si vedono lungo il tragitto.
Tour Montparnasse
Sceso dal battello, avrei dovuto concludere il mio itinerario di tre giorni a Parigi alla Tour Montparnasse. Doveva essere il mio modo di dire arrivederci a Parigi, dalla terrazza panoramica del 59° piano all’imbrunire, mentre la città si accendeva con le luci della sera. Purtroppo, però, le condizioni meteo sono peggiorate improvvisamente, con raffiche di vento molto forti, e alla fine ho rinunciato. Me ne sono pentito e ancora penso alle foto che avrei potuto scattare da lì.
Anche se non ho fatto questa esperienza, la inserisco comunque in questo itinerario di tre giorni a Parigi. Credo che sia il modo migliore per concludere il viaggio. Se volete fare questa esperienza, sappiate che il 56° piano di questo grattacielo costruito negli anni ’70 è dedicato intermamente ai visitatori. Con un ascensore si sale in appena 38 secondi, a un’altezza di 196 metri. Qui, al chiuso, si può vedere dalle vetrate tutta Parigi. Per chi vuole, con una scala, si può accedere alla terrazza panoramica al 59° piano all’aperto.
Ultime considerazioni su cosa vedere a Parigi
Questo è tutto quello che sono riuscito a fare e vedere a Parigi in tre giorni. Sono riuscito a vedere i monumenti e i musei principali di Parigi, ma non tutto quello che la città offre. Per vedere tutto non credo che basti neanche una settimana. Se dovessi dare un parere su Parigi, sarebbe il seguente. È una bellissima città e deve essere visitata almeno una volta nella vita. Però, non mi ha fatto battere forte il cuore come altre città. Forse è stato anche il clima a metterci lo zampino, non lo so. Inoltre, spesso nei diversi luoghi della città avevo la sensazione di aver già visto tutto, pur essendo la mia prima volta nella capitale francese. Do la colpa ai social, Instagram in particolare, che ormai ha mostrato tutto di Parigi. È una sensazione che finora ho avuto solo a lì.
Ad ogni modo, credo che tornerò a Parigi in futuro. Innanzitutto perché ho rinunciato a malincuore alla Tour Montparnasse e poi perché mi sono rimaste diverse cose da vedere a Parigi e anche nei dintorni. Due nomi su tutti sono ad esempio la Reggia di Versailles e Disneyland Paris. Quindi, posso dire: “À bientôt Paris!”
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2 Comments
Ciao Andrea! Andrò a Parigi per la prima volta tra qualche settimana e questo itinerario fa proprio per me. Resterò un giorno in più, quindi penso di aggiungere la reggia di Versailles
Ciao Roberto! Sono contento che l’articolo ti sarà utile. Se avessi avuto un giorno in più, anch’io avrei optato per Versailles. Ho un motivo in più per tornare. Magari la prossima volta in estate, così i giardini della reggia saranno rigogliosi 🙂