Domenica mi sono concesso una gita fuori porta che mi ha portato nell’entroterra siciliano, a Valguarnera Caropepe ed Enna. In questo articolo mi concentrerò solamente su Valguarnera Caropepe e le sue celebrazioni per la festa di San Giuseppe.
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Valguarnera Caropepe
Il paese ha origini antichissime, anche se le prime notizie storiche risalgono al 1246. Le origini antichissime, risalenti al Mesolitico, sono visibili soprattutto nei dintori del paese, dove si trovano diversi reperti che testimoniano la presenza di antichi villaggi e sepolture di epoca preistorica.
Fu soprattutto dal Medioevo che Valguarnera iniziò a godere di una certa importanza, tanto che il feudo venne trasformato in borgo e il suo terrotorio crebbe a dismisura. Ciò richiamò tante famiglie da tutta la Sicilia a spostarsi verso i territori di Valguarnera, causando un forte aumento demografico. Questo popolamento di massa fu sicuramente favorito dal maggior numero di terre coltivabili, ma anche dalla possibilità di lavorare nei vicini giacimenti di zolfo. La popolazione continuò a crescere fino ai primi del Novecento, quando il paese arrivò a contare circa 18 mila abitanti. Oggi Valguarnera Caropepe ne conta circa 8 mila.
Essenso un paese ricco di storia, Valguarnera Caropepe offre ai suoi visitatori diverse cose da vedere: dal Castello dei Principi di Valguarnera, alle svariate chiese tra cui quella di San Giuseppe, divisa all’interno in tre navate e decorata con affreschi.
- Chiesa Madre di Valguarnera Caropepe
- Chiesa di San Giuseppe
Le tradizioni della festa di San Giuseppe a Valguarnera Caropepe
Valguarnera Caropepe è famosa in Sicilia per le sue celebrazioni in onore di San Giuseppe, sebbene il Santo patrono del paese sia San Cristoforo.
Le tavolate di San Giuseppe a Valguarnera Caropepe
La tradizione più particolare di queste celebrazioni è senza dubbio quella delle Tavolate di San Giuseppe. La loro preparazione inizia già 10-15 giorni prima della festa vera e propria e sono un momento di aggregazione per la comunità dei fedeli. Si tratta di una tavola imbandita con cibi offerti ex voto a San Giuseppe, per ringraziarlo delle grazie ricevute. Nella tradizione, infatti, San Giuseppe è protettore della famiglia e dispensatore di grazie.
Il tavolo su cui saranno posti i cibi offerti al santo è lunga circa 3 metri e a forma di scala, con 4-5 gradini. Sia il tavolo alla base sia i gradini sono coperti con tovaglie di lino ricamate. Vengono offerti a San Giuseppe piatti tipici della tradizione culinaria del posto, soprattutto legata a questa festività. Ad esempio vengono offerti pasta al miele, verdure fritte, frittate di verdure, pignolata al miele, cannoli, sfince di San Giuseppe, cassatelle, torrone, confetti.
Grande protagonista delle tavolate di San Giuseppe è il pane. Viene preparato dai panettieri locali e modellato a forma di attrezzi da falegname, richiamando il mestiere di San Giuseppe. Il pane è realizzato con farina di grano duro, spennellato con l’uovo e rifinito con semi di papavero, prima di essere infornato. Le forme di pane vengono sistemate sulle tavolate insieme alle altre pietanze e tra queste vengono anche sistemate arance, lattughe, finocchi e sedani come decorazione, dando un bellissimo effetto cromatico.
- Tavolata di San Giuseppe
La Sacra Famiglia
Ogni anno vengono scelti tre abitanti per rappresentare la Sacra Famiglia. San Giuseppe viene personificato da un uomo con la barba lunga, che indossa una tunica azzurra e un mantello marrone e porta in mano un bastone con un giglio bianco, simbolo di purezza. Maria viene scelta tra le ragazze del paese e indossa un’abito bordeaux, un mantello ricamato e una corona d’argento, mentre tiene in mano un libro di preghiere. Gesù Bambino, invece, indossa una tunica azzurra e ha una piccola aureola in testa.
- Sacra Famiglia
Dopo la celebrazione della Messa, la Sacra Famiglia viene accompagnata dalla banda e dai fedeli in corteo per le vie del paese, recandosi nelle abitazioni dove è stata invitata per il rito dell’azena (la Cena).
Il rito de “l’azena”
Legata alla tradizione delle tavolate, questo è uno dei riti principali della festa di San Giuseppe a Valguarnera Caropepe. La Sacra Famiglia consuma il cibo offertole sulle tavolate. Questo rito rimanda a due eventi narrati nelle Sacre Scritture, in particolare a quando a Giuseppe e Maria fu negato un rifugio per il parto e a quando furono costretti a vivere da clandestini in Egitto. L’offerta della cena è un modo per i fedeli di dare accoglienza alla Sacra Famiglia in nome della carità cristiana.
Concluso il giro del paese, la Sacra Famiglia viene accompagnata dal corteo e dalla banda alla Chiesa di San Giuseppe, dove potrà consumare il cibo della tavolata principale lì allestita.
Gli ‘mbraculi (i miracoli)
Si tratta di ceri e grano offerti dai devoti a San Giuseppe per le grazie ricevute. I ceri vengono decorati con fiori di carta colorati e spesso portati a piedi scalzi. Il grano, invece, viene trasportato all’interno di bisacce poste sul dorso di cavalli adornati a festa. Vengono accompagnati dalla banda musicale lungo la salita che porta alla Chiesa di San Giuseppe, suonando la marcia del Chichirichi.
- Cero
- Bisaccia di grano offerta a San Giuseppe
Festa di San Giuseppe a Valguarnera Caropepe: la processione serale
La festa di San Giuseppe a Valguarnera Caropepe non si svolge solo al mattino. Infatti, dopo la Messa della sera inizia la processione che porta il fercolo del Santo (costruito nell’Ottocento) in giro per le vie principali del paese, accompagnato dalla banda e dalle autorità del paese. E non solo, il 19 agosto viene celebrato il Festino di San Giuseppe. Questo rito è stato introdotto nel secolo scorso, quando molti cittadini emigrarono all’estero. In questo modo, quando essi tornavano a Valguarnera per le ferie estive, potevano celebrare il Santo così caro per il paese.
- Statua di San Giuseppe
Ecco quindi le tradizioni legate alla festa di San Giuseppe a Valguarnera Caropepe. Potrebbe essere un’idea per assistere a qualcosa unica nel suo genere, se vi trovate in Sicilia a metà marzo.
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2 Comments
Quella tavolata è spettacolare! La Sicilia non si smentisce mai 🙂
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