Valle dei Templi di Agrigento: tutte le informazioni per la visita
Andiamo alla scoperta di uno dei parchi archeologici più belli da vedere in Sicilia: la Valle dei Templi di Agrigento, sito patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1997. Continuando a leggere troverete tutte le informazioni utili per la visita: biglietti d’ingresso, orari di apertura, e cosa vedere (non ci sono solo templi). Pronti a scoprire la Valle dei Templi di Agrigento?
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Valle dei Templi: cenni storici
Il paesaggio della Valle dei Templi al tempo degli antichi Greci era caratterizzato da colture come la vite, l’ulivo e il grano. Con l’arrivo degli Arabi soprattutto, ci fu l’introduzione di varie specie esotiche che hanno diversificato il paesaggio. Oggi ulivi, mandorli, viti, pistacchi, agrumi, fichi domestici e fichi d’india, alberi da frutta e piante ornamentali fanno da cornice ai templi, tutti costruiti con la pietra del luogo, il tufo arenario, di colore giallastro. I templi sono particolarmente belli da vedere all’alba o al tramonto, quando la colorazione della pietra assume una tonalità dorata.
Iniziamo il percorso all’interno della Valle dei Templi di Agrigento. Il Parco archeologico ha tre ingressi: Tempio di Giunone, Porta V e Teatro ellenistico. Io sono entrato tramite l’ingresso vicino al Tempio di Giunone ed è da qui che partiremo.
Tempio di Giunone
Superato l’ingresso, s’incontra subito il Tempio di Giunone (Hera se consideriamo il nome greco). In realtà, l’attribuzione a Giunone è data da un’interpretazione sbagliata di un passo di Plinio il Vecchio, che si riferiva al Tempio di Giunone di Crotone. Costruito nel V secolo a.C., ha avuto una storia abbastanza travagliata. Circa 50 anni dopo la sua costruzione, fu infatti incendiato dai Cartaginesi; nel III sec. a.C. fu espropriato del tetto dal console romano Quinto Fulvio Flacco, che aveva bisogno urgente di marmo; e, infine, nel Medioevo fu fortemente danneggiato da un terremoto.
Il Tempio di Giunone sorge sullo sperone roccioso più elevato della Valle dei Templi. Sul basamento di quattro gradini poggiavano sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi. Oggi solamente 25 delle 34 colonne originarie sono in piedi, grazie anche a un lavoro di restauro eseguito nel Settecento.
Tempio della Concordia: il meglio conservato della Valle dei Templi
Più “fortunato” è stato il vicino Tempio della Concordia, perché è il più conservato di tutto il Parco archeologico della Valle dei Templi. Come il Tempio di Giunone, risale al V sec. a.C. ed è anch’esso un edificio dorico con un basamento di quattro gradini, su cui poggiano sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi. È riuscito ad arrivare intero fino ai giorni nostri, perché fu impiegato come chiesa cristiana nel VI secolo. Non si hanno testimonianze storiche che ci rivelino a quale divinità fosse dedicato. Il nome odierno Tempio della Concordia deriva dal ritrovamento al suo interno di un’incisione latina dedicata alla “Concordia degli Agrigentini”.
Davanti al Tempio della Concordia si trova la statua bronzea di Icaro, donata dall’artista polacco Igor Mitoraj. Rappresenta il personaggio della mitologia greca che, disubbidendo al padre Dedalo, bruciò le sue ali di cera per aver volato troppo vicino al sole, precipitando nel Mediterraneo.
Villa Aurea e il suo giardino
Proseguendo la discesa lungo il parco archeologico, s’incontra Villa Aurea. È una villa a pochi passi dal Tempio della Concordia, appartenuta al Capitano dell’esercito inglese Sir Alexander Hardcastle, il mecenate che negli anni ‘20 del secolo scorso spese la sua fortuna per finanziare gli scavi nella Valle dei Templi. Al suo interno oggi vengono allestiti spazi espositivi.
Tempio di Ercole
Scendendo più giù, si arriva al Tempio di Ercole (o di Eracle). Questo è il tempio più antico del parco archeologico della Valle dei Templi, risalente a VI secolo a. C.. I primi coloni lo innalzarono in onore di Ercole, come ringraziamento per averli protetti durante la loro traversata dalle isole greche alla Sicilia. L’attribuzione a Ercole sembra attendibile, perché Cicerone parla di un tempio dedicato a questa divinità in prossimità dell’agorà, che si sa sorgeva proprio lì, poco più a nord.
Si presentava come un edificio dorico con un basamento a 3 gradini, su cui poggiavano 6 colonne sui lati corti e 15 su quelli lunghi. Delle 38 colonne originali, ne restano in piedi solo 8, grazie ai lavori di restauro finanziati dal mecenate Hardcastle.
Necropoli paleocristiane e romane nella Valle dei Templi
Nell’area compresa tra il Tempio di Giunone e il Tempio di Ercole sorge una necropoli paleocristiana molto estesa, risalente al III e IV secolo d.C.. È divisa in diversi settori e presenta tombe di vari tipi. Si possono vedere, ad esempio, nicchie ad arco, chiamate arcosoli, sui resti delle mura tra il Tempio di Giunone e quello della Concordia. Le tombe a cielo aperto scavate nella roccia, circa 130, si trovano tutte intorno al Tempio della Concordia. C’è anche una grande catacomba comunitaria, la Grotta Fragapane, costituita da corridoi, piccole camere sepolcrali e rotonde, ricavate dalle preesistenti cisterne a campana di età greca. Altre sepolture ipogee si trovano verso Est, sulla cosiddetta Via dei Sepolcri, un percorso ricavato da un canale di adduzione dell’acqua di età greca. Ce ne sono anche nell’area più a Sud e sono visibili oggi nel giardino di Villa Aurea.
Uscendo dalla Grotta Fragapane e proseguendo a sinistra si giunge alla necropoli romana, conosciuta come Necropoli Giambertoni. Risale a un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il III secolo d.C. ed è costituita da tombe a cassa di pietra calcarea. Qui sono stati rinvenuti anche sarcofagi scolpiti, come quello famosissimo del bambino, esposto oggi al Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo.
A questa necropoli appartiene anche la Tomba di Terone, una sepoltura a forma di torre a poca distanza dal Tempio di Ercole, che in età ellenistica aveva una copertura a cuspide. Non ha nulla a che fare con il tiranno di Akragas Terone, ma il nome è stato attribuito erroneamente dai viaggiatori del Grand Tour nel Settecento.
Tempio di Asclepio
Al di fuori della cinta muraria greca della città antica si trova il complesso monumentale dedicato ad Asclepio (dio greco della Medicina, figlio di Apollo), risalente tra la seconda metà del IV secolo a.C. e il III secolo a.C.. Sulla base delle testimonianze letterarie antiche e degli scavi archeologici, si sa per carto che il tempio fosse deidicato ad Asclepio.
L’area è circondata da un possente muro e dotata di un accesso monumentale; al centro si trova il tempio dorico, del quale rimangono in luce i tre gradini del basamento e poco più. Intorno al tempio, sono visibili i resti di due portici colonnati, di cisterne, di una fontana e di edifici, dove erano accuditi i malati.
Tempio di Zeus
Continuiamo il nostro percorso all’interno della Valle dei Templi. Arriviamo al Tempio di Zeus Olimpio (o Giove), di cui restano solo delle rovine. Lo storico Diodoro Siculo ci dice che non fu mai completato. La sua costruzione iniziò subito dopo la vittoria dei Greci sui Cartaginesi nel 480 a.C. nella battaglia di Himera. Sfortunatamente i Cartaginesi riuscirono a conquistare Akragas nel 406 a. C. e il tempio restò incompiuto.
Doveva essere un edificio sacro molto imponente, dato che si è calcolato che le colonne potessero raggiungere i 17 metri di altezza. Aveva un basamento di 5 gradini, di cui l’ultimo era alto il doppio rispetto agli altri. Inoltre, la sua facciata era diversa da quella degli altri templi per la presenza dei telamoni, cioè delle figure umane in pietra poste tra le colonne. Anche i telamoni sono andati distrutti, ma uno è stato ricostruito in verticale ed è esposto al Museo archeologico di Agrigento. Purtroppo del tempio non è rimasto nulla in piedi, perché tra terremoti e saccheggi vari è andato completamente ditrutto. E non è tutto: nel Medioevo fu persino utilizzato come cava da cui attingere pietra per la costruzione di altri edifici e nel Settecento per la realizzazione del molo del porto di Porto Empedocle.
Porta V
Akragas aveva una cinta muraria di circa 12 km, lungo la quale sono state identificate nove porte, che gli archeologi hanno numerato da Est. Porta V rappresentava uno degli ingressi principali alla città e conduceva direttamente al grande Santuario delle divinità ctonie. Era difesa da un torrione posto a ovest e da due torri minori ai lati dell’ingresso e di poco arretrate. A ovest della porta sono visibili i resti di un quartiere artigianale, con fornaci per la produzione delle statuette di terracotta votive.
Tempio dei Dioscuri
A pochissima distanza dalla Porta V si trova il Tempio dei Dioscuri. Le rovine che vediamo oggi sono il frutto di una ricostruzione parziale (le quattro colonne sul lato nord-ovest), eseguita fra il 1836 e il 1852, utilizzando elementi architettonici di varia epoca e provenienza. Anche questo è un tempio dorico, risalente alla seconda metà del V secolo a.C.. Contava sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi.
La denominazione è convenzionale e deriva da un passo del poeta greco Pindaro, che parla di un culto e di una festività in onore dei Dioscuri che si celebrava ad Akragas. È più probabile che il tempio fosse dedicato a Demetra e Persefone.
Altre cose da vedere alla Valle dei Templi
Giardino della Kolymbethra
Vicino al Tempio dei Dioscuri si trova l’ingresso al Giardino della Kolymbethra, una vera oasi naturalistica all’interno della Valle dei Templi di Agrigento. Si tratta di un antico bacino artificiale costruito per volere del tiranno Terone, trasformato in periodo medievale in un frutteto. Con l’aggiunta degli agrumi, assunse la denominazione di “giardino”, nome con cui tradizionalmente si chiamano gli agrumeti in Sicilia.
Nei suoi 6 ettari si trovano piante della macchia mediterranea, un agrumeto con limoni, mandarini e aranci irrigato secondo le tecniche della tradizione araba. Si possono ammirare anche gelsi, carrubi, fichi d’India, mandorli, mirti e ulivi saraceni. Dagli anni ’80 il giardino è stato trascurato, ma un’importante opera di recupero del FAI (Fondo Ambiente Italiano) l’ha riportato all’antico splendore.
Tempio di Vulcano
Il Tempio di Vulcano sorge sulla collina a ovest del Giardino della Kolymbetra. L’attribuzione a Vulcano è solo convenzionale, in quanto non vi sono testimonianze a riguardo. Del tempio non resta quasi nulla, solo alcuni tratti del basamento con quattro gradini e due colonne. Grazie a queste ultime si è stabilito che si trattava di un tempio di ordine dorico, databile al 430 a.C., con sei colonne sui lati brevi e tredici su quelli lunghi.
Per vedere il Tempio di Vulcano bisogna attraversare il Giardino della Kolymbetra. Il tempio è situato oltre la linea ferroviaria e non sono riuscito a trovare un modo per raggiungerlo senza dover attraversare i binari (cosa che ovviamente non ho fatto).
Ginnasio
A poche centinaia di metri a nord del Tempio di Zeus si trova l’unico edificio antico legato ad attività ginniche della città del periodo romano (risale all’età augustea). Sono stati ritrovati i resti di un portico, utilizzato per gli esercizi ginnici al coperto. Sono presenti poi un’esedra e un altare monumentale per la celebrazione dei riti connessi alla preparazione sportiva degli atleti, e i resti di una grande vasca.
Teatro
Il Teatro è stato individuato nel giugno del 2016 dopo secoli di ricerche. Si affaccia su una suggestiva veduta del Tempio della Concordia. L’edificio è appoggiato sulla roccia nella parte orientale, mentre nella parte settentrionale e occidentale doveva è essere costituito da un sistema di strutture di forma trapezoidale, disposte su più altezze e riempite di terra, per ricreare artificialmente il pendio su cui erano sistemate le file dei gradini. Purtroppo del teatro resta ben poco, a causa del saccheggio dei blocchi perpetrato in età medievale. Il teatro è visitabile solo su prenotazione o dall’esterno.
Ekklesiasterion e Oratorio di Falaride
L’Ekklesiasterion era il luogo in cui si riuniva l’assemblea dei cittadini e la sua costruzione risale fra il IV e il III secolo a.C. In origine l’edificio doveva avere una forma circolare, anche se oggi rimane solo una porzione della cavea a forma di semicerchio e diciannove file concentriche di gradini. Nella parte alta si trovavano un corridoio e alcuni fori nella roccia che forse servivano per l’alloggiamento di un portico in legno.
Sull’Ekklesiasterion, nel I secolo a.C., fu costruito un tempietto denominato Oratorio di Falaride. L’edificio divenne una cappella dedicata alla Vergine Maria nel Medioevo. L’Ekklesiasterion e l’Oratorio di Falaride si trovano in prossimità del Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo”.
Bouleuterion
Il Bouleuterion era la sala del consiglio dei rappresentanti del popolo e la sua costruzione avvenne tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C. Si tratta di una struttura rettangolare con colonne che racchiude una cavea semicircolare. La gradinata è formata da sei file di sedili, più una prima fila di sedute per le autorità.
Nel corso del III secolo d.C. il Bouleuterion divenne un edificio con pavimento a mosaico, destinato agli esercizi di canto, agli spettacoli musicali e ai concorsi di poesia e musica. È visitabile solo su prenotazione o dall’esterno.
Santuario Ellenistico-Romano
A nord del Museo Archeologico Regionale si trova il complesso monumentale del Santuario Ellenistico-Romano. Si tratta di un tempietto circondato da un vasto piazzale porticato, costruito in due fasi tra la seconda metà del II secolo a.C. e la prima metà del I secolo d.C..
Nella prima fase di costruzione, il tempietto era un edificio senza colonne con atrio d’ingresso e cella. La seconda fase ne ha visto il completamento, con l’eliminazione della precedente divisione in due vani e la realizzazione di una grande tribuna con due rampe di scale laterali. Il piazzale fu circondato da quattro portici con colonne doriche, intervallate da statue marmoree di personaggi della corte imperiale o personalità politiche locali di spicco. Oggi di queste statue ne rimangono solo quattro, senza testa, di cui due sono esposte al Museo, mentre le rimanenti si trovano lungo la Via Sacra, vicino al Tempio della Concordia.
Il sito è visitabile solo su prenotazione o dall’esterno.
Quartiere Ellenistico Romano
Il Quartiere Ellenistico Romano si estende per circa 10.000 m2 e testimonia come dovevano essere le città in antichità. Sono state ritrovate ventisette abitazioni, i cui ambienti domestici si dispongono attorno a un cortile (peristilio), con colonne lisce o scanalate. Accanto alle case ci sono cisterne per la raccolta delle acque, magazzini, strutture produttive e botteghe.
In età greca, le case erano state costruite utilizzando blocchi regolari. Durante l’età imperiale hanno subito dei rimaneggiamenti. Ad esempio, nel II-III secolo d.C. furono ampliate e arricchite di pitture parietali e di pavimenti a mosaico bianco e nero o policromo.
Il sito è visitabile solo su prenotazione o dall’esterno.
Tempio di Demetra (Chiesa di San Biagio)
Su una delle due colline su cui sorge l’odierna città di Agrigento, si trova il Tempio di Demetra, risalente al 470 a.C. Oggi i resti del tempio sono incorporati all’interno della Chiesa di San Biagio, di epoca normanna (XII secolo). Restano ancora ben visibili soltanto le fondazioni dell’atrio d’accesso al tempio all’esterno dell’abside della chiesa. Grazie a dei recenti studi eseguiti dal Parco Archeologico della Valle dei Templi, si è ipotizzato che la divinità venerata nel tempio fosse Artemide e non Demetra, come ipotizzato in passato.
Il sito è visitabile solo su prenotazione o dall’esterno.
Tempio di Atena (Santa Maria dei Greci)
Fuori dall’area archeologica della Valle dei Templi, si può vedere un altro tempio dorico della prima metà del V secolo a.C., inglobato nella chiesa normanna di Santa Maria dei Greci. All’interno della chiesa sono visibili parte delle colonne del tempio e i resti del basamento a gradini. Molto probabilmente, il tempio aveva sei colonne sui lati brevi e quattordici su quelli lunghi ed era suddiviso in tre ambienti. Secondo una recente ipotesi, si tratterebbe del tempio di Atena, citato dallo storico greco Polibio.
Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo”
Il Museo Archeologico Regionale di Agrigento è intitolato all’archeologo Pietro Griffo. Sorge al centro dell’area pubblica della città classica, in un edificio inaugurato nel 1967, che ingloba in parte i resti di un monastero cistercense del XIV secolo. Le collezioni esposte contano più di 5000 reperti sistemati in 17 sale secondo un criterio topografico e cronologico.
Bellezze naturalistiche e paesaggistiche della Valle dei Templi
Come avete potuto leggere, nella Valle dei Templi ci sono tantissime cose da vedere. Tra i templi e le altre testimonianze del passato, sono degni di nota anche il paesaggio e la vegetazione che fa da cornice. Il mandorlo e l’ulivo sono i grandi protagonisti del paesaggio della Valle dei Templi. Il primo stupisce con la sua fioritura da dicembre a marzo, con colori che vanno dal bianco candido a varie gradazioni di rosa.
Valle dei Templi: orari di apertura
La Valle dei Templi di Agrigento ha i seguenti orari di apertura:
- Da lunedì a venerdì dalle ore 8:30 alle ore 23:00
- Sabato e domenica dalle ore 8:30 alle 24:00
La biglietteria chiude un’ora prima dell’orario di chiusura.
Il Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” è aperto invece dalle 9 alle 19.
Biglietti d’ingresso alla Valle dei Templi
Il biglietto d’ingresso alla Valle dei Templi costa 10 euro. I bambini/ragazzi sotto i 18 anni di età entrano gratuitamente. È previsto un biglietto ridotto di 5 euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni e per i tesserati FAI.
Se intendete visitare anche il Giardino della Kolymbethra, il biglietto d’ingresso costa 15 euro (10 Valle dei Templi + 5 per il giardino). Il biglietto ridotto è di 9 euro. I bambini e i ragazzi sotto i 18 anni, che entrano gratuitamente alla Valle dei Templi, pagano un biglietto di 2 euro per l’ingresso al Giardino della Kolymbethra (c’è una biglietteria direttamente all’ingresso del giardino, gestita dal FAI).
Per chi vuole visitare il Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” è previsto un biglietto comulativo di 13,50 euro e 7 euro per il ridotto. Questo biglietto dà diritto a un accesso alla Valle dei Templi e uno al museo nei 3 giorni dal primo utilizzo.
La Valle dei Templi di Agrigento aderisce all’iniziativa “Domenica al Museo”, quindi è possibile entrare gratuitamente la prima domenica di ogni mese. Ci sono però delle limitazioni: innanzitutto di orario, perché le visite serali dopo le 19 non rientrano nell’iniziativa; un’altra limitazione riguarda il giardino della Kolymbethra, che, non aderendo all’iniziativa, non prevede un ingresso gratuito.
Per altre riduzioni e gratuità, vi consiglio di consultare il sito ufficiale.
Come arrivare alla Valle dei Templi di Agrigento
Se non siete automuniti (sicuramente la soluzione migliore), potete arrivare alla Valle dei Templi anche con i mezzi pubblici. Dalla stazione dei bus e da quella ferroviaria di Agrigento, alcune linee del trasporto pubblico urbano permettono di arrivare alla Valle dei Templi. In particolare, la linea 2/ ferma in prossimità dell’ingresso vicino al Tempio di Giunone; con la linea 1 si arriva all’ingresso di Porta V; infine, le linee 1, 2 e 3 consentono di arrivare all’ingresso del Teatro Ellenistico (fermata Museo Archeologico).
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3 Comments
Una guida precisa e molto utile 👏👏😍
Ciao Giovanni! Grazie mille 🙂
Grazie mille per questa guida 🙂